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Un appello per la sanità pubblica "in un momento in cui il Servizio sanitario nazionale, un tempo considerato fra i più efficaci ed equi al mondo, sta attraversando una profonda crisi". A lanciarlo, in occasione della 76/a Giornata mondiale della salute, dedicata quest’anno al tema ’La mia salute, il mio diritto’, sono il Cipes, Centro d’iniziativa per la promozione della salute e l’educazione sanitaria, e l’Ordine dei medici di Torino che hanno raccolto finora 36 adesioni di enti, associazioni, sindacati.
"Per la prima volta l’Oms non definisce il tema della giornata mondiale con riguardo ad alcune patologie ma alla salute come diritto", rileva la presidente Cipes, Nerina Dirindin, alla quale fa eco il presidente dell’ordine, Guido Giustetto. "Un titolo - afferma - che ci dice che in questo momento il diritto alla salute, un diritto costituzionale, non è pienamente garantito". Giustetto sollecita a passare dal concetto di prestazione a quello di cura.
"Il problema delle liste d’attesa - osserva - la carenza di personale, i gettonisti hanno fatto fare un passo indietro alla cura medica. Oggi si fa sempre più attenzione alla prestazione, che è solo un pezzo piccolo della cura, che è quella a cui dobbiamo tornare". Fondi Pnrr, risorse non allocate correttamente, tecnologie sanitarie obsolete, "con il 41% oltre i dieci anni mentre dovrebbero essere il 10%", rileva Dirindin, sono alcuni dei temi sollevati. "Non abbiamo evidenza di quello che si fa per superare le difficoltà - conclude la presidente Cipes - e questo non ci fa essere ottimisti".

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