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"Numero chiuso nelle carceri". La proposta per risolvere il problema del sovraffollamento negli istituti penitenziari italiani è stata ribadita oggi a Torino nel corso di una conferenza stampa nella sede dell’associazione radicale Adelaide Aglietta: l’idea, ricalcata su quanto avviene oggi in Gran Bretagna, che al raggiungimento del limite della capienza, si devono "liberare dei posti con pene alternative o provvedimenti straordinari". A parlarne è stato Igor Boni, esponente di Europa Radicale. "In una classe scolastica, in un cinema, in un albergo o in un ospedale - ha spiegato - non esiste che di fronte a capienze massime stabilite si arrivi addirittura a raddoppiare i numeri. I detenuti perdono la loro libertà, ma devono mantenere intatti tutti gli altri diritti". Applicando lo stesso principio in Italia, lo Stato "potrebbe utilizzare soluzioni alternative come gli arresti domiciliari, la liberazione anticipata o l’inserimento in comunità di accoglienza". Nel corso della conferenza stampa, che è stata anticipata da una veglia notturna di attivisti davanti all’ingresso del carcere di Torino, è stata inoltre rilanciata la proposta amnistia e indulto. Igor Boni, con Silvja Manzi di Europa Radicale e Samuele Moccia dell’associazione Adelaide Aglietta, ha criticato la "scelta partitocratica" della nuova garante regionale piemontese dei detenuti, ribadendo comunque "la piena volontà di collaborazione".

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