Condividi:
Tre patteggiamenti e due proscioglimenti. Si chiude la vicenda giudiziaria sulla tragedia del Mottarone, in cui persero la vita 14 persone. Il gup di Verbania, Gianni Macchioni, ha accolto le istanze a patteggiare a 3 anni e 10 mesi avanzata da Luigi Nerini, titolare della Ferrovia del Mottarone, e a 4 anni e 11 mesi e 4 anni e 5 mesi proposte da Enrico Perocchio, direttore d’esercizio, al momento dell’incidente, e Gabriele Tadini, ex capo servizio dell’impianto. Con tale pena nessuno dei tre va in carcere. Accolta anche la richiesta di prosciogliere Martin Leitner, consigliere delegato dell’omonima società e di Peter Rabanser, responsabile del customer service. La procura, nella nuova udienza preliminare, ricelebrata dopo che il precedente gup aveva restituito il fasciolo non condividendo la formulazione dei capi di imputazione, lo scorso giugno ha rimodulato le imputazioni su indicazione del giudice. Così è caduta l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti aggravato dal disastro, che veniva ipotizzata nei confronti di Luigi Nerini, Enrico Perocchio e di Gabriele Tadini. E’ rimasta invece la contestazione dolosa nei confronti dei tre, di attentato alla sicurezza dei trasporti per l’apposizione dei forchettoni sia sulla cabina 3 poi precipitata sia sulla cabina 4 nei giorni precedenti all’incidente, cioè tra l’8 e il 22 maggio. Tutti e cinque poi sono stati chiamati a rispondere anche di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. I soli Tadini e Perocchio sono accusati anche di falso. In precedenza erano usciti dal procedimento Anton Seeber, presidente del Cda di Leitner, per cui era già stato chiesto il proscioglimento per mancanza di elementi ed erano state pure stralciate le posizioni della società Ferrovie del Mottarone e della stessa Leitner. Le pene concordate per Nerini, Perocchio e Tadini, quando diventeranno definitive, consentiranno di accedere all’affidamento ai servizi sociali e di evitare la detenzione in carcere. E questo perchè per i primi due sono al di sotto dei quattro anni e per Tadini vanno scontati i sei mesi trascorsi ai domiciliari. "Questo è il valore che danno alla vita delle persone", ha commentato la mamma di una delle vittime, dopo la decisione del gup. Diverso invece il commento del legale di Tadini: "Abbiamo chiuso nella maniera tecnicamente giusta". "Il mio cliente subisce una condanna severa ma che gli consente di pensare di non dover tornare in un carcere: questo era il nostro obiettivo primario rispetto a un disastro che avrebbe potuto avere delle conseguenze gravissime anche su di lui. Sentenza giusta? La verità storica è un’altra cosa, ci vorrebbe un dibattimento ma non era il caso di affrontarlo". E’ invece il commento del difensore di Perocchio. "Non posso che riconoscere l’enorme onestà intellettuale della Procura che ha ravvisato nelle memorie difensive che abbiamo presentato la totale estraneità di Leitner in questa immane tragedia". È il commento del difensore di Martin Leitner, vicepresidente della omonima società. Il legale di alcuni parenti di Eitan, il bimbo israeliano unico sopravvissuto alla tragedia, esprime soddisfazione per l’esito del processo anche se "resta un po’ d’amaro in bocca per non esserci mai stata un lettera di scusa ai famigliari delle vittime da parte del signor Nerini".
Tag: