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Cristina Prandi è da oggi ufficialmente la nuova rettrice dell’Università di Torino, la prima donna ad assumere questo ruolo nella storia dell’ateneo dopo 621 anni di vita. La professoressa di chimica si è insediata in una cerimonia alla Cavallerizza alla quale sono intervenuti la professoressa emerita Paola Bonfante e il direttore del Museo Egizio Christian Greco.
Prandi prende il posto di Stefano Geuna.
"Assumo questa carica con grande senso di responsabilità - ha detto Prandi - verso questa comunità nella speranza di costruire un futuro migliore, ma sento anche un eredità di inestimabile valore. Inizia un tempo nuovo: non mi sfugge il fatto di essere la prima donna a essere eletta rettrice, frutto di un cammino collettivo. E’ un punto di partenza lungo un cammino ancora lungo". La rettrice ha parlato di Gaza ("non si può rimanere indifferenti") e della precarietà. Non possiamo parlare di indipendenza se restano tali squilibri all’interno di chi fa ricerca e non solo" ha sottolineato.
"La ricerca è fondamentale - ha affermato Greco - e questo è un luogo di libertà per creare cittadini e cittadine liberein un momento in cui rischia di avere ragione chi urla più forte. Non bisogna lasciarsi ingannare dalle immagini: il ruolo rigoroso del ricercatore è guardare al di là della superficie. Dobbiamo andare in profondità, perché questo fa l’università".

Intanto si è registrata una mattinata di proteste dei collettivi universitari davanti alla Cavallerizza Reale, dove si è svolta la cerimonia d’insediamento della nuova rettrice dell’Università di Torino.

Una cinquantina di studenti, in particolare del collettivo Cambiare Rotta, sono partiti da Palazzo Nuovo scandendo lo slogan "Boicotta Israele". In testa al corteo uno striscione: "Per la Flotilla, per la Palestina blocchiamo tutto! Sfiduciamo rettrice, Bernini e governo".
Davanti all’ingresso della Cavallerizza hanno aggiunto: "O esce la rettrice o entriamo noi. Mentre lei festeggia dietro lo schieramento di polizia continua la collaborazione con Israele e state difendendo un genocidio".
L’accesso in via Verdi è stato presidiato dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Il corteo si è trasformato poi in un presidio.

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