Condividi:

La piaga delle morti bianche, quelle sul lavoro, sembra non affievolirsi mai. Da gennaio a settembre in Piemonte si sono registrate 63 vittime sul luogo di lavoro, contro le 54 dello stesso periodo del 2024: un incremento di quasi il 17%. Nella regione l’indice di incidenza raggiunge 25,3 morti per milione di occupati, superando la media nazionale di 24. Lo rileva l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega.
"Un trend che richiede un’analisi approfondita delle dinamiche territoriali e settoriali, per individuare con precisione le aree in cui rafforzare gli interventi di prevenzione, vigilanza e formazione", commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio.
Il dato più preoccupante riguarda i decessi in occasione di lavoro, aumentati del 34,3%: da trentacinque vittime nei primi nove mesi del 2024 a 47 nello stesso periodo del 2025. Al contrario, gli infortuni mortali in itinere, ovvero tra il percorso casa lavoro risultano in calo: 16 fino a settembre, -15,8% rispetto al 2024, annata che ha registrato 19 vittime. In termini assoluti, l’aumento interessa soprattutto la provincia di Torino che passa da 22 a 29 vittime totali (+32%). La provincia del Verbano-Cusio-Ossola è quella a più alto rischio (59,0), seguita da Cuneo (38,1), Alessandria (34,5), Torino (21,9), Asti (21,7), Vercelli (14,7), Biella (13,7) e Novara (12,7).
E il torinese è maglia nera per numero di vittime.
Nei primi nove mesi del 2025, la provincia di Torino si piazza in cima alla classifica con 21 decessi totali, seguita da Cuneo con 10 morti, Alessandria (6), Verbano-Cusio-Ossola (4), Novara e Asti (2), Biella e Vercelli (1). Da gennaio a settembre 2025 la fascia d’età che registra più infortuni in occasione di lavoro è quella compresa tra i 55 e i 64 anni, con diciannove decessi; seguono i lavoratori tra i 45 e i 54 anni, con dieci casi.

Tutti gli articoli