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Si addensano tinte fosche sul cantiere del prolungamento della 1 della metropolitana di Torino, fino a Cascine Vica. L’azienda romana Ici, capofila del raggruppamento che costruisce l’estensione verso ovest della Metro, ha chiesto al Tribunale di Roma di accedere alla procedura di concordato per ristrutturare il proprio debito. La corte tra poco meno di un mese deciderà se accettare o meno il piano di risanamento prospettato dall’Italiana Costruzioni Infrastrutture. La società, che ha oltre mille creditori e un indebitamento complessivo di 24 milioni di euro, deve realizzare le strutture in cemento dell’opera, su incarico di InfraTo, la partecipata del Comune di Torino. Fortunatamente i lavori di prolungamento della linea 1 non si sono mai fermati, anche se in alcuni momenti sono andati avanti a rilento. E’ stata completata la galleria, così come è stata quasi finita la fase di armamento. Gli operai poi sono quasi riusciti ad ultimare il deposito e l’officina a Collegno, vicino alla stazione Fermi, per accogliere i nuovi treni.
Il Tribunale di Roma ha concesso tempo fino al 16 dicembre per il piano finale, nominando commissari giudiziali e sospendendo le azioni dei creditori. Sono una settantina i lavoratori diretti. L’impresa edile ha costruito e ultimato la galleria tra Fermi e Cascine Vica. Dovrebbe ancora ultimare i lavori per quattro nuove stazioni, Certosa, Collegno Centro, Villaggio Leumann e Cascine Vica. A maggio si erano sbloccati 26 milioni aggiuntivi, per un totale di circa 70 milioni statali per collegare la cintura ovest torinese. La metropolitana sarebbe dovuta arrivare a Cascine Vica già nel 2023. Poi il Covid e contrattempi vari avevano ritardato la fine dei lavori.
25 milioni di euro sarebbe dunque oggi il debito dell’azienda da risanare. Con più di mille appaltanti. Di qui l’appello di Cisal Piemonte all’avvio immediato di un confronto con Infra.To, al fine di garantire livelli occupazionali e l’elaborazione di un piano operativo per stabilizzare i subappaltatori e un futuro all’opera. La questione, sollevata in Consiglio comunale dal consigliere in quota Lega Giuseppe Catizone è anche oggetto di un’interpellanza di prossima discussione in Consiglio a Torino. Se la ditta fallisse sarebbe necessaria una nuova gara d’appalto.

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