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“Ti faccio fare la stessa fine della tua amica”: una frase agghiacciante, pronunciata con riferimento all’omicidio di Roua Nabi, la 34enne uccisa dal marito a Torino nel 2024. È una delle minacce che, secondo l’accusa, un uomo di 42 anni avrebbe rivolto alla moglie dopo la denuncia per maltrattamenti. Oggi il tribunale del capoluogo piemontese ha condannato l’imputato a due anni e un mese di reclusione.
L’uomo, di origine tunisina, avrebbe sottoposto la moglie a continue pressioni psicologiche e aggressioni fisiche. La coppia conosceva la famiglia di Roua Nabi, circostanza che avrebbe reso ancor più pesanti le intimidazioni subite dalla donna.
La difesa, rappresentata dall’avvocata Veronica Cielo, contesta la ricostruzione accusatoria, sostenendo che “i contrasti erano reciproci, come riferito da tutti i testimoni”. La stessa vittima, dopo la denuncia, avrebbe attenuato la descrizione degli episodi di violenza. “Attendiamo le motivazioni della sentenza – aggiunge la legale – e valuteremo la possibilità di ricorrere in appello”.
La vicenda si inserisce in un contesto già segnato da episodi drammatici di violenza domestica e rimane ora in attesa del deposito delle motivazioni per il prosieguo dell’iter giudiziario.