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Un cittadino guineano di 25 anni è finito sotto processo a Torino con l’accusa di aver molestato per circa un mese una giovane barista di 23 anni. I fatti sarebbero avvenuti dopo che l’uomo aveva terminato una pena detentiva per reati di natura sessuale. Attualmente è detenuto dal 17 agosto 2024, giorno in cui è stato arrestato. Durante l’ultima udienza ha manifestato comportamenti instabili, parlando da solo ad alta voce e urlando, tanto che il suo legale, l’avvocato Stefano Tizzani, ha chiesto e ottenuto una perizia psichiatrica.
Il giovane era tornato in libertà nel febbraio 2024, dopo aver scontato due condanne risalenti al 2020. A partire da luglio, avrebbe iniziato a molestare la barista presso il locale in cui lavorava: si presentava spesso al dehors senza consumare nulla, la fissava insistentemente, le rivolgevano commenti a sfondo sessuale, arrivando anche a insultarla e minacciarla. In alcuni casi l’avrebbe seguita fino all’auto, e in un’occasione si sarebbe perfino sdraiato sul cofano del veicolo. Per tutelarla, il titolare del bar e alcuni clienti abituali si sono organizzati affinché non restasse mai sola in presenza dell’uomo.
A influire sulla decisione del giudice di disporre una valutazione psichiatrica sono state anche le dichiarazioni dei sanitari che lo visitarono al momento dell’ingresso in carcere: sebbene nessuno parlasse chiaramente di disturbi psichiatrici, si evidenziò che l’uomo era stato trattato con farmaci neurolettici. Un operatore ha riferito che non sembrava affetto da psicosi, ma si mostrava estremamente sospettoso e facilmente irritabile. Fu inoltre segnalato che, una volta uscito di prigione, viveva in strada e faceva largo uso di droghe e alcol. Durante i colloqui, racconta il testimone, la sua principale preoccupazione era sapere come ottenere marijuana in carcere.
Il pubblico ministero Valerio Longi rappresenta l’accusa, mentre la vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Pier Lorenzo Tavella.