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Il caro prezzi mette a rischio quasi 750 cantieri edili a Torino e in tutto il Piemonte, per un valore che supera i 4 miliardi di euro, di cui oltre 1,6 miliardi (e relativi 272 cantieri) fanno riferimento a progetti legati al Pnrr. E’ questo l’allarme che lancia l’L’Associazione Nazionale Costruttori Edili del Piemonte Valle d’Aosta, aggiungendo il fatto che i pagamenti dei ristori sono in pesante ritardo, mentre mancano gli stanziamenti per coprire il fabbisogno di tutto il 2025 e il 2026. Cantieri pubblici, dunque, che potrebbero rischiare di chiudere o ancor peggio lo stato di abbandono.
Se si aggiungono anche i cantieri in valle d’Aosta, si sale a 820 situazioni a rischio senza il meccanismo contrattuale di adeguamento dei prezzi, per un valore complessivo che supera i 4,6 miliardi di euro. Situazione delicata, visto che i costi di esecuzione delle opere pubbliche restano significativamente più alti rispetto a quelli previsti nei prezzari vigenti al momento dell’assegnazione gare. Secondo i dati Istat, dice la nota di Ance Piemonte, "i prezzi di realizzazione delle opere sono aumentati del 30% rispetto alle previsioni di gara, trainati dai rincari dei principali materiali da costruzione, che rimangono su livelli molto elevati rispetto al periodo pre-Covid: acciaio +30%, bitume +49%, rame +65%".
"Se non saranno stanziate risorse adeguate e se non ci sarà la proroga del DL AIUTI al 2026 diventerà impossibile garantire la continuità dei lavori - sostiene il presidente di Ance Piemonte Valle d’Aosta, Paola Malabaila -: le imprese stanno già sostenendo anticipazioni finanziarie molto rilevanti, non più sopportabili a lungo, con il rischio concreto di una paralisi della filiera e di gravi ripercussioni sugli obiettivi del PNRR.”