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Nel pomeriggio di oggi, un gruppo di motociclisti si è radunato davanti al Municipio di Torino per manifestare il proprio dissenso verso il divieto di circolazione delle moto Euro 0 e Euro 1. I partecipanti hanno fatto sentire il rombo dei motori e hanno esposto uno striscione con la scritta “Il cuore non si ferma”, a sottolineare il valore simbolico e personale che molti attribuiscono ai propri veicoli.

Secondo i manifestanti, il provvedimento avrebbe un impatto trascurabile sull’ambiente, ma causerebbe invece gravi ripercussioni economiche su tutto il settore legato ai motocicli prodotti fino al 1992. Tra i più penalizzati ci sarebbero meccanici, officine specializzate e appassionati del mondo delle due ruote.

Quella torinese è solo l’ultima di una serie di iniziative simili che si sono svolte anche in altre città italiane: si tratta infatti del quinto evento di protesta organizzato negli ultimi tempi.

Gli organizzatori sottolineano come molti di questi veicoli non siano soltanto mezzi di trasporto, ma veri e propri oggetti di valore storico ed emotivo. “Vietarne l’uso – affermano – significa costringere i proprietari a separarsi da una parte significativa della propria vita, da moto che spesso sono state restaurate e conservate con passione e cura”.

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