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egli ultimi mesi, i sette medici di medicina generale che operano nel quartiere Barriera di Milano a Torino hanno subito ripetute intrusioni nei loro ambulatori. Da gennaio a maggio, solo febbraio si è salvato da atti vandalici: in tutti gli altri mesi, lo studio di via Sempione è stato bersaglio di effrazioni notturne, con furti, danni e devastazioni.
L’episodio più recente ha visto ignoti entrare dall’esterno, rovistare nei mobili, rubare materiale da ufficio e lasciare dietro di sé sporcizia e disordine, come raccontato dalla coordinatrice dello studio, Cristina Deambrogio, che ha presentato la quarta denuncia in quattro mesi. Il clima tra i medici è di crescente insicurezza e sconforto: “Lavoriamo con dedizione, ma ci sentiamo abbandonati”, ha dichiarato.
La gravità della situazione ha spinto l’Ordine dei Medici a scrivere una lettera aperta indirizzata al sindaco di Torino, al prefetto, al questore e al direttore generale dell’ASL, chiedendo interventi urgenti. Nella lettera, il presidente Guido Giustetto sottolinea non solo il disagio dei medici, ma anche la responsabilità morale e costituzionale che questi professionisti portano avanti, offrendo assistenza sanitaria in una delle zone più fragili della città.
Giustetto evidenzia come ogni volta i medici si siano attivati per ripristinare l’operatività dello studio, pur tra mille difficoltà, cercando di non interrompere il servizio ai cittadini. L’appello si conclude con una richiesta decisa alle autorità affinché siano garantiti la sicurezza dei professionisti, la tutela del diritto alla salute e la dignità del lavoro medico anche nelle periferie più problematiche.
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