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Sessantacinque opere, tra cui una preziosa scultura in legno intagliato, policromo e dorato con scene della Passione di Cristo del XVI secolo, illecitamente importate dalla Spagna, sono state restituite, con una cerimonia a Torino, dal comando carabinieri Tutela patrimonio culturale alle autorità del Regno di Spagna. La maggior parte delle opere si trovava in una villa a Lesa (Novara), sulle rive del Lago Maggiore, di proprietà di una coppia ormai deceduta. I coniugi, che detenevano legittimamente il patrimonio in Spagna, avevano chiesto di poterlo trasferire in Italia, ma le autorità spagnole avevano negato il permesso. Nonostante ciò, i beni furono portati nel nostro Paese. Tra le opere figurano dipinti, specchiere, arazzi, mobili e sculture. "È un’operazione di cooperazione internazionale che ha visto coinvolti noi, la guardia civile, le autorità giudiziarie italiane e spagnole ed Eurojust, oltre ovviamente agli uffici del ministero della Cultura italiano e spagnolo - spiega il comandante del Nucleo tutela dei carabinieri, generale Francesco Gargaro -. La collaborazione è consistita nell’individuare, localizzare e quindi sequestrare queste opere d’arte. Il valore si aggira intorno ai 3 milioni di euro". I beni sono stati individuati grazie all’attività investigativa avviata nel 2023, quando i carabinieri sono intervenuti dopo una segnalazione relativa a beni d’arte di provenienza illecita, procedendo poi al sequestro. Grazie al supporto fornito da Eurojust, è stata localizzata una villa a Marbella (Spagna), appartenente sempre alla coppia: proprio da lì era sparito il "Retablo", l’altare in legno, e da lì risultavano mancare altri beni, illecitamente esportati in Italia. Parte di questi è stata rinvenuta nella villa di Lesa, gli altri da privati e commercianti che li avevano acquistati da una casa d’aste genovese.

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