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Grave episodio di violenza nel carcere “Cantiello e Gaeta” di Alessandria, dove un agente della polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto italiano, ospite della sezione 3B. A renderlo noto è l’Osapp, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che ha diffuso i dettagli dell’accaduto avvenuto lo scorso 7 luglio.

Secondo quanto riferito, il detenuto avrebbe lanciato contro l’agente un secchio contenente acqua bollente, colpendolo alle gambe e provocandogli gravi ustioni. L’aggressione sarebbe stata motivata dalla pretesa del recluso di essere scarcerato per presunta fine pena. L’agente, parte del corpo dei “Baschi Blu”, è stato immediatamente ricoverato in ospedale, dove ha ricevuto cure mediche in attesa di un intervento di chirurgia plastica. È stato dimesso nella giornata di ieri con una prognosi di quindici giorni.

Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, ha commentato l’episodio definendolo “l’ennesima dimostrazione del deterioramento del sistema penitenziario italiano”. Secondo Beneduci, le carceri sono oggi ambienti caratterizzati da una violenza sistemica, alimentata non solo dal sovraffollamento e dai suicidi, ma anche da problemi strutturali e organizzativi ben più profondi.

“La disorganizzazione gestionale da parte dei vertici dell’amministrazione penitenziaria – afferma il segretario – si somma alla cronica carenza di personale e a una formazione professionale inadeguata, che non permette di affrontare le sfide legate alla tossicodipendenza, al disagio psichico e alle infiltrazioni della criminalità organizzata”.

Un grido d’allarme che riaccende i riflettori sulle condizioni di lavoro degli agenti penitenziari e sulla necessità di interventi urgenti per riformare un sistema sempre più al limite.

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