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Il costo delle materie prime e dell’energia e il peggioramento della domanda interna. Questi fattori, in questo ordine, preoccupano quasi i due terzi delle imprese piemontesi del settore agroindustria. Più di un terzo teme invece i dazi, e circa il 30% sono le imprese preoccupate dai cambiamenti climatici. E’ quanto emerge da un’indagine promossa dalla Commissione Agroalimentare di Confindustria Piemonte con il Research Department di Intesa Sanpaolo e presentata in Confindustria a Cuneo. Tra le imprese intervistate, quasi 9 su 10 esportano. Il 35% delle imprese medio-grandi realizza oltre il 50% del suo fatturato fuori Italia, i due terzi delle micro-piccole realizza meno del 10% del fatturato all’estero. "I dati dell’indagine confermano quanto il settore agroindustriale sia strategico per l’economia piemontese e, in particolare, per il Cuneese", ha spiegato Pier Giorgio Mollea della Sezione Agroalimentare di Confindustria Cuneo. "La qualità, in cui Cuneo è la prima provincia per impatto economico, rappresenta una leva fondamentale per la competitività. Le imprese chiedono però sostegno concreto per affrontare costi energetici, dazi, carenza di competenze e incertezze normative. Come Confindustria Cuneo vogliamo continuare a essere un punto di riferimento per accompagnare le aziende in questo percorso". "Il 2025 ci offre ottime prospettive con previsioni positive sia per fatturato che per investimenti. Non dobbiamo lasciare che l’incertezza ci blocchi, ma trasformare ogni sfida in uno stimolo verso maggiore efficienza e competitività. In questo senso le nuove generazioni rappresentano un’opportunità preziosa che dobbiamo valorizzare per portare nuove idee, energie e innovazione. Solo un’azienda su quattro ha dichiarato di aver adottato un componente under 40 nel board dirigenziale: si tratta di un dato che meriterebbe di essere potenziato" ha osservato Marco Brugo Ceriotti, presidente della Commissione Agroalimentare di Confindustria Piemonte.
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