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E’ ora di cambiare aria. Frase quanto mai azzeccata per Torino e per molte zone del Piemonte che anche quest’anno superano il limite di sforamento delle polveri sottili.
Stando ai dati, fino a dicembre di quest’anno secondo l’agenzia regionale Arpa, la centralina di Settimo Torinese aveva già registrato 42 sforamenti, mentre quella di Torino Rebaudengo ne contava 34. E con ancora due settimane che ci separano dalla fine dell’anno il conto è presto fatto: restare entro i 35 giorni massimi di sforamento all’anno per legge, diventa un’utopia. Un dato che potrebbe portare ad una nuova procedura di infrazione europea per il Piemonte, che persiste nel mancato rispetto della normativa.
La notizia arriva in giornate di aria particolarmente “cattiva” - per usare la classificazione di Arpa - su tutta la pianura piemontese, da Asti ad Alessandria, da Vercelli a Novara. Tra i capoluoghi a bassa quota si salva solo Cuneo. L’assenza di precipitazioni e l’inversione termica, che porta l’aria più calda in quota e fa ristagnare quella sottostante, aggravano l’inquinamento prodotto da veicoli, riscaldamento e processi industriali.
Qualche buona notizia potrebbe arrivare nei prossimi giorni con l’arrivo di una perturbazione atlantica che porterà il ritorno di precipitazioni diffuse, anche moderate sulle aree alpine e localmente forti sul basso Piemonte, specie al confine con Liguria.
Se sulle polveri sottili dunque il lavoro da fare è ancora lungo, l’unico dato positivo del 2025 potrebbe riguardare gli ossidi di azoto, altri inquinanti prodotti dal traffico di auto. Dopo anni di sforamento infatti, quest’anno il Piemonte potrebbe rispettare gli standard.

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