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Dieci furti con spaccata nel centro di Torino in meno di un mese: non più episodi isolati, ma il segnale di un sistema di sicurezza che fatica a reggere l’urto della criminalità urbana. A lanciare l’allarme è il Siulp, il sindacato di polizia, che attraverso il segretario provinciale Eugenio Bravo interviene con una dura critica all’amministrazione comunale e, in particolare, al sindaco Stefano Lo Russo.

Secondo il Siulp, i recenti episodi non sono solo una questione di ordine pubblico ma mettono in discussione l’intero impianto di prevenzione e controllo del territorio. “I commercianti – afferma Bravo – alzano le saracinesche tra paura e rassegnazione, mentre dal sindaco arrivano solo dichiarazioni ai media prive di indicazioni operative”. Il sindacato accusa l’amministrazione di limitarsi a denunciare i fatti senza proporre soluzioni strutturali e durature.

Nel mirino anche l’eccessiva fiducia riposta nella videosorveglianza, ritenuta dal sindacato una misura dai risultati troppo deboli. “Le telecamere da sole non bastano – incalza Bravo – soprattutto quando i delinquenti agiscono a volto scoperto perché sanno che difficilmente subiranno conseguenze reali. Anche se identificati, spesso non finiscono in carcere”.

Il sindacato punta il dito anche contro la riforma Cartabia, definita un passo indietro nella lotta alla criminalità. “Oggi per perseguire reati anche gravi è necessaria la querela di parte – sottolinea Bravo – un meccanismo che scoraggia molti cittadini, timorosi o sfiduciati, rendendo di fatto non punibili molte condotte”. Inoltre, secondo il Siulp, i riti alternativi previsti dalla normativa portano a pene troppo lievi per essere efficaci deterrenti.

Il messaggio che arriva dal Siulp è chiaro: servono più agenti sul territorio, dotazioni adeguate, riforme legislative che restituiscano efficacia al sistema giudiziario e una classe politica capace di affrontare con serietà il tema sicurezza. “Le istituzioni – conclude Bravo – non devono offrire illusioni o spot mediatici, ma risposte concrete e credibili. Solo così si può ricostruire la fiducia dei cittadini e garantire un reale presidio del territorio”.

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