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Si è aperto questa mattina davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino il processo di secondo grado nei confronti di Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour (Cuneo) condannato in primo grado a 17 anni di carcere per l’uccisione di due rapinatori. L’uomo, oggi 71enne, era stato giudicato colpevole di omicidio volontario plurimo e tentato omicidio.
La precedente sentenza, emessa il 4 dicembre 2023 dalla Corte d’Assise di Asti, aveva stabilito una pena più severa rispetto ai 14 anni richiesti dal pubblico ministero Davide Greco. La vicenda risale al 28 aprile 2021, quando due dei tre banditi che avevano assaltato la sua gioielleria – Giuseppe Mazzarino, 68 anni, di Torino, e Andrea Spinelli, 44 anni, di Bra – furono uccisi durante la fuga.
Secondo le indagini, i tre rapinatori, armati di pistole giocattolo, fecero irruzione nel negozio prendendo in ostaggio la moglie e la figlia del gioielliere. All’attivarsi dell’allarme, tentarono di scappare, ma Roggero afferrò la sua pistola calibro 38, li inseguì nel parcheggio e sparò quattro colpi, tre dei quali colpirono i malviventi. Due morirono sul posto, mentre il terzo, Alessandro Modica, 34 anni, rimase ferito ma riuscì a sopravvivere.
Il caso, fin dall’inizio, ha diviso l’opinione pubblica e il mondo politico, riaccendendo il dibattito sui limiti della legittima difesa e sull’eccesso di reazione. Tra chi considera Roggero una vittima costretta a difendersi e chi invece ritiene la sua risposta sproporzionata, oggi la parola passa ai giudici d’appello, chiamati a riesaminare uno degli episodi più controversi degli ultimi anni in tema di sicurezza e giustizia.