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Sono nove le condanne richieste dalla Procura nel processo legato alla violenta rivolta scoppiata nei primi giorni di agosto 2024 all’interno del carcere minorile di Torino. La pena più severa sollecitata dalla pubblica accusa è di 4 anni e 6 mesi di reclusione. Tra le accuse più gravi mosse agli imputati figura quella di devastazione.

Il procedimento si sta svolgendo con rito abbreviato e a porte chiuse, in una delle maxi aule del Palazzo di Giustizia torinese. Secondo fonti vicine al caso, la Procura avrebbe espresso parere favorevole alla messa alla prova solo per uno degli imputati, difeso dall’avvocato Roberto Doriguzzi.

Durante la sommossa, erano stati appiccati incendi all’interno dell’istituto e danneggiati numerosi arredi delle celle. Inoltre, si erano verificati tentativi di evasione, prontamente sventati dagli agenti della polizia penitenziaria. La protesta era stata documentata da alcuni video, girati con un cellulare introdotto illegalmente nel carcere, che erano poi finiti su TikTok, sollevando l’attenzione sul tema del sovraffollamento dell’istituto.

Le udienze sono proseguite anche nella giornata odierna. Il processo rappresenta uno dei casi più delicati sul piano della gestione dei minori detenuti e delle condizioni critiche delle strutture penitenziarie giovanili in Italia.

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